mercoledì, novembre 21, 2007

Abo Nawas Marsa Alam 11-18 Novembre

PARTECIPANTI:
Federico, Daniela, Lorenzo, Maurizio, Marina, Cristina, Elia, Alessandro, Marco,Guido, Giorgio, Francesco, Francesco Bisagni, Stefano, Francesca, Lidia, Alessandro (Gavriol), Ilaria, Matteo, Sara.


Ritrovo Domenica ore 1.45 parcheggio River Park-
Qui inizia la nostra vacanza con un trasferimento in autobus verso l’Aereoporto di Bologna, dove ci aspetta il nostro aereo che ci portera’ verso la meta calda e ambita di Marsa Alam.
Fin da subito il Ns gruppo composto da 18 Sub e 2 non sub, si amalgama da Dio, capitanati dal Lo’.
Arriviamo a destinazione dopo un tragitto di autobus al villaggio Abo Nawas.



Ci godiamo la domenica di relax, il lungo pontile fino sopra la barriera corallina, spiaggia privata, bar sulla spiaggia….



Il giorno successivo iniziamo le immersioni nel House Reef, guidati da Mubarak e il Geko.

Il martedi’, scorre in un full day, nel reef di Dolphin House, con una piccolissima barca di 26 metri tutta per noi……

Dove trascorro il mio piu’ bel compleanno!!!!
Il mercoledi’ il gruppo si divide tra Elphiston e non, giovedi’ altro full day, venerdi’e sabato immersioni da terra, con minibus del diving.Io, Alessandro e Ilaria siamo impegnati a fare Elphiston.






Una settimana trascorsa all’insegna del divertimento di gruppo, immersioni indimenticabili, cornice meravigliosa…Un ringraziamento a tutti i partecipanti, e naturalmente a chi ci ha dato la possibilita’ di fare una esperienza indimenticabile!!!

Ovviamenet ci diamo appuntamento alla prossima Vacanza!!!!!!

giovedì, novembre 15, 2007

Provare per credere!

I primi freddi sono ormai giunti e mentre i subnormali vacanzieri si godono le sabbie ancora calde del deserto e l’acqua del Mar Rosso a 27 gradi tra i pelagici di Marsa-Alam e gli squali di Elphistone ,danzando tra le dune e le piscine dei resort più esclusivi al ritmo baldanzoso di “toda joia ,toda beleza, (sono buoni tutti così) ,lo “zoccolo duro” del subnormale, animato dal suo stesso spirito ,qui si rivela, nelle acque profonde del suo mare da dove trae la sua energia ,si origina ed evolve. Ieri sera neppure Nobilmantis,Delos,e Murena stritolatrice, i potenti Gormiti del “popolo del mare” avrebbero osato sfidare le onde liguri, non come “NOI” ,Archivinaio e Barbishark ,gli impavidi guardiani del subnormali-team che guardando lo spumeggiare delle onde ci siamo detti :”uhm ,se peggiora ancora un po’ usciamo fuori surfando sulle pinne”,”proviamo l’assetto?”e ci siamo calati sotto la superficie con un maroso mai provato.
Non sono mancati gli incontri emozionanti di sempre,però stavolta erano i pesci che ci si facevano incontro per osservarci da vicino mentre provavamo le accelerazioni col maroso prima contro e poi a favore di pinneggiata. Tra due scogli dove si generava un discreto Venturi poi,notavo alcuni granchi prendere appunti sulla telemetria all’ingresso,mentre in uscita un polpo teneva tra i tentacoli un grosso rombo di rena maculato a scacchi e lo agitava al nostro passaggio,
infine una bella corvina passava dopo di noi a mò di bandiera nera.
Si,ma tanto è tramontana e fra due giorni è calmo!!!! Ho fame andiamo all’ O-Neill .


domenica, novembre 04, 2007

Haven - il relitto e l'immersione

Partecipanti:Alex,Vittorio,Federico(subnormali-team)
Ale(Gavriol),Ale(Pasticca),Ilaria,Lorenzo,Francesco(Staff Lò-sub)

E’ una bella giornata di fine Ottobre e siamo pronti ad incontrare uno dei relitti più attraenti delle nostre acquee.
Partiamo con lo staff del Lorenzo sub di Fiumaretta alla volta di Arenzano poco oltre Genova dove ci appoggeremo al “Techdive” ,un diving locale che ha fatto di questo relitto il suo obiettivo principale sviluppando vari percorsi ,ricreativi e tecnici,per soddisfare le esigenze dei tanti sub che si recano in loco con preparazioni differenti.
E’ una immersione che sappiamo essere impegnativa e talvolta non ha perdonato anche i sub più preparati e esperti.
La petroliera Amoco Milford Haven ,il relitto più grande e imponente del Mediterraneo ci sta aspettando ma ci informano che c’è molta corrente e già ieri avevano dovuto abortire le immersioni.
Le condizioni dunque non sono le migliori ma ci aspettiamo di superare le difficoltà ,in ogni caso le bombole caricate a 230bar ci assicurano una buona scorta d’aria e la cima del pedagno ci farà da guida fin sul ponte della nave.

In realtà anche in superficie la corrente è molto forte e ci costringe a tenerci ad una cima nel frattempo che tutti siano pronti a scendere. Quasi tutti scendono tenendo stretta la cima del pedagno,ma nella concitazione di quel momento sono costretto a lasciarla e con me Federico,il mio compagno, così arrivo sul ponte molto affannato e per non essere trasportato via mi tengo saldamente alle strutture della nave,anche la fotocamera mi è di impaccio,ma raggiunti gli altri mi accorgo che c’è chi sta peggio di me e qualcuno soffre la “fame d’aria” ma proviamo ad entrare nella sala carteggio dove siamo riparati dalla corrente e riprendiamo fiato,poi scendiamo lungo una scaletta che porta ai piani inferiori .La percorriamo fino alla sala comandi (il primo livello sotto il carteggio)dove usciamo all’aperto e raggiungiamo la massima profondità programmata ,-40mt, dove dovremmo nuotare poi fino all’enorme fumaiolo e al bigo di carico che si intravede in lontananza per la seconda parte dell’immersione ,ma né io né altri ce la sentiamo ,preferiamo risalire lungo la paratia della nave e arrivare al pedagno verso la superficie dove lentamente risaliamo tutti “in bandiera”fino alla stazione decompressiva.
E’ stata una esperienza ;positiva o negativa non lo so, anche se certamente un’immersione non goduta e faticosa che però ha permesso al Mare ,e a me,(concedetemi la M maiuscola)nella mia poca esperienza,di mettermi alla prova ancora una volta e riconoscergli il diritto e la grandiosità verso di noi e verso le nostre scorribande allegre e festose.
Sicuramente torneremo su questo relitto,magari in assenza di corrente e con più visibilità ,allora mostrerò anche qualche foto decente,nemmeno quel fissato del Barbiero ha uno scatto decente tra quelli che ho visto .

P.s ,guardate la direzione delle bolle in uscita dagli erogatori.

sabato, novembre 03, 2007

PETROLIERA HAVEN

Una superpetroliera capace di trasportare più di 250.000 tonellate di greggio. È questa la Haven, costruita nel 1973 e affondata il 14 aprile del 1991: protagonista del più grave incidente ambientale mai verificatosi nel Mar Mediterraneo.

La petroliera Amoco Milford Haven, in seguito ribattezzata Haven, quarta di una serie di quattro navi gemelle, fu costruita presso i cantieri Asterillos Espanoles di Cadiz (Spagna) e consegnata nel 1973 alla Amoco Transport Company di Chicago immatricolata sotto bandiera liberiana. Fu impiegata sulla rotta Golfo Persico – Indonesia sotto la gestione del gruppo Troodos Maritime International SA di Montecarlo (Monaco). Nel marzo del 1988, partita da Ras Tanura (Arabia Saudita) con un carico di greggio e diretta a Teluk Semanka (Indonesia), fu colpita al largo di Dubai (Emirati Arabi Uniti) da un missile Exocet sparato da una motovedetta iraniana, riportando gravissimi danni al fasciame dei fianchi e del fondo, al ponte di coperta, alla sovrastruttura poppiera ed al motore di propulsione.
Durante il trasferimento a Singapore per l’esecuzione dei lavori di riparazione, che si protrassero dal luglio 1988 al dicembre 1990, la Haven subì un attacco da parte di una imbarcazione di pasdaran, guerriglieri integralisti iraniani.
Dopo il completamento dei lavori e l’esecuzione delle prove di navigazione, la nave, ripartita a pieno carico il 10 gennaio 1991, fece rotta verso l’Europa via Capo di Buona Speranza. Giunse a Genova l’8 marzo e rimase ancorata in rada sino al 7 aprile. Dal 7 al 9 aprile la Haven si ormeggiò alla piattaforma a mare del Porto Petroli per una discarica parziale del greggio, per tornare quindi in rada.
L’11 aprile il disastro. Nelle sue cisterne al momento dell’incidente erano stivate circa 144.000 tonnellate di petrolio greggio Heavy Iranian Oil e più di 1.200 tonnellate di combustibile per la propulsione della nave.La Haven era una superpetroliera di tipo VLCC (Very Large Crude Carrier), ossia nave cisterna di grandissime dimensioni adibita al trasporto di greggio, da 232.166 tonnellate di portata lorda e 344 m di lunghezza fuori tutto .Era munita di tre cisterne centrali e dieci cisterne laterali, per una capacità totale di carico di quasi 284.000 m3 (cisterne 1C, 3C e 4C centrali; cisterne 1P, 2P, 3P, 4P e 5P di sinistra; cisterne 1S, 2S, 3S, 4S e 5S di dritta). Tra le cisterne del carico centrali era inserita la cisterna 2C per la zavorra.


L’11 aprile 1991, alle 12.30 circa, davanti al porto petroli di Genova Multedo, si verifica un'esplosione a bordo della superpetroliera Haven durante un'operazione di travaso di greggio dalla stiva 1 (a prua) alla stiva 3 (a centro nave).
L’esplosione fa saltare parte della coperta a prua della nave, e il pezzo staccato lungo 100 m (coperta prodiera) sprofonda sul fondale a 94 m di profondità davanti a Genova Voltri. L’imbarcazione alla deriva prende fuoco e il greggio inizia a bruciare.

Il giorno successivo cominciano i primi interventi per bloccare la chiazza di petrolio in fiamme che fuoriesce dalle cisterne. Il rimorchiatore Olanda aggancia la nave dal timone di poppa e inizia ad avvicinarla alla costa. Nel corso dell’operazione si stacca la parte di scafo di prua (troncone di prua, lungo circa 100 m e contenente 3 cisterne) che è rimasta priva di coperta, e sprofonda a 460 m di profondità.

Alle ore 9.35 del 13 aprile, dalla nave ancora in fiamme (lunga ora 220 m e parzialmente sprofondata e inclinata verso dritta), si ode un forte boato seguito da altre esplosioni. Rimorchiatori e bettoline scaricano intorno alla Haven acqua e solvente mentre il petrolio raggiunge le spiagge.

Il mattino del 14 aprile, in seguito ad una serie di esplosioni con perdita di greggio, la Haven affonda completamente ad un miglio e mezzo dal porto di Arenzano e si posa sul fondo alla profondità di 80 metri leggermente inclinata sul fianco di dritta (relitto principale).


Tra i trentasei componenti dell'equipaggio si contano cinque morti, compreso il capitano Petros Grigorakakis. Più di 140.000 tonnellate di idrocarburi vengono liberate nell’ambiente: è il più grave disastro ambientale mai avvenuto nel Mediterraneo.

L'ISOLA-CALAFURIA.....SUBNORMALE PER SEMPRE!!!

Visto che nessuno più pubblica sul blog dei subnormali appena ho qualche media lo faccio io- Immersione da terra a Calafuria.... Dopo una ...