Alcuni amici lettori del Blog mi hanno detto che si meravigliano della qualità di alcune nostre foto macro, in particolare in tanti sono convinti che le loro macchine fotografiche lavorino (per le macro) in acqua non correttamente.
Io sono convinto che non esiste nessuna differenza tra una fotografia macro fuori o dentro l’acqua.
Approfitto di questo post per dare un paio di indicazioni (assolutamente personali) per cercare di ottenere dei buoni risultati.
Una fotografia macro avviene da una distanza di pochi centimetri dal soggetto, per cui aria o acqua fanno poca differenza, anche una buona o scarsa visibilità nella fotografia macro non incidono molto sul risultato. Questa foto di anemoni gioiello è stata presa con una visibilità in acqua non superiore ai 2 metri, ma quando la distanza è 3 cm la cosa non fa molta differenza.
La ridotta distanza non permette inoltre all’acqua di modificare il bilanciamento dei colori, quindi non devono essere usati filtri o scene subacquee che modificano il bilanciamento del blu.
Molte macchine fotografiche disabilitano automaticamente i filtri se le distanze sono piccole, altre però non lo fanno.
Detto questo occorre capire i limiti e/o i pregi della nostra macchina fotografica in macro e per fare questo io consiglio queste prove (sono infatti la qualità della macchina e della custodia subacquea a fare la differenza).
Primo passo:Mettere la macchina fotografica nella propria custodia subacquea completa di diffusore (indispensabile per la macro), prendere un piccolo oggetto e provare a fotografarlo sia in ambiente buio che scarsamente illuminato.
Normalmente i migliori risultati non si ottengono nelle modalità automatiche, ma in quelle manuali. Occorre quasi sempre sottoesporre la foto di una quantità dipendente dalla potenza del flash e della torcia (se utilizzata al momento dello scatto).
In queste prove misurerete subito la distanza minima a cui la macchina riesce a prendere il fuoco e della quantità di luce pilota necessaria nella fase di messa a fuoco appunto. La seconda cosa che scoprirete è come posizionare la luce della torcia ed a quale potenza si ottengono i migliori risultati. Normalmente occorre una bassa potenza, quindi posizionare la torcia nella sua posizione di bassa luminosità.
Attenzione quasi tutte le compatte digitali lavorano bene in macro (a causa del loro obbiettivo piccolo) solo se lo zoom è nella sua posizione neutra, bisogna quindi avvicinarsi fisicamente e non zoommare otticamente. Provate a confrontare i risultati con le diverse posizioni di zoom appunto e mi darete ragione. Anzi allenatevi a verificare prima dello scatto che lo zoom non sia utilizzato.
Un’altra serie di prove che possiamo fare “a secco” sono sulle modalità di messa a fuoco. Nella macro i millimetri possono fare la differenza tra il fuoco ed il fuori fuoco, quindi spesso non è possibile avere tutta la foto a fuoco e bisogna decidere quale parte deve essere privilegiata.
La macchina fotografica deve essere messa quindi su una modalità di fuoco a spot centrale il più piccolo possibile, in modo da mirare con precisione il soggetto. Se avete delle modalità automatiche della ricerca del punto di fuoco disabilitatele.
Guardate ad esempio questa alicia mirabilis in macro, i noduli sul suo ceppo sono a fuoco, mentre i tentacoli no, anche se le distanze in gioco sono minime.
La stessa cosa vale per questo paguro, gli occhi sono a fuoco mentre le zampette pelose no!
Un'altra prova da fare e vedere se la macchina fotografica disabilità (o dosa) automaticamente i filtri subacquei nelle foto ravvicinate. Per verificarlo mettete il vostro soggetto dietro uno sfondo bianco. Partendo da una distanza di circa 2 o tre metri dovrete vedere che la foto ha una tonalità giallo-verdastra, se avvicinandovi la foto diventa sempre più vicina ai colori reali, fino a che ad una distanza macro lo sfondo diventa perfettamente normale significa che la gestione del filtro è automatica. Io consiglio in ogni caso di utilizzare i filtri subacquei solo nelle foto ambientali diurne ed in nessun caso nelle foto notturne.
Secondo passo:In queste prove ci si accorge subito dei problemi di illuminazione, anche il miglior diffusore non permette di ottenere una illuminazione distribuita bene di un soggetto a pochi centimetri dall’obbiettivo, vi accorgerete che la parte in basso a destra (nel caso comune di flash in alto a sinistra) è sicuramente meno luminosa dalla parte in alto a sinistra, da cui ne segue che la torcia dovrebbe illuminare da destra dal basso e non da sinistra (come invece viene istintivo a tutte le persone non mancine). Quindi io consiglio che le luci pilota debbano anche servire a bilanciare l’illuminazione e che la loro posizione dovrebbe essere in basso a destra.
Stabilire poi la potenza della luce pilota e la sottoesposizione necessaria per avere una fotografia con la giusta esposizione (io normalmente imposto a –2/3 EV per distanze minori di 5cm e -1/3EV per distanze tra i 5cm ed i 15cm)). Nel mio caso io uso una luce alogena da 10watts con un cono di apertura molto largo a circa 30cm dal soggetto (se avete una torcia più potente dovrete allontanare di più la luce). Vedrete che i parametri di regolazione manuale trovati in queste prove saranno gli stessi da utilizzarsi in acqua.
La torcia normalmente è nella mano sinistra e quindi si tende ad illuminare il soggetto dalla parte sbagliata, io mi sono allenato nel cercare di incrociare le mani nel momento dello scatto, portando la luce il più possibile a destra, sotto la macchina fotografica (è chiaro che è necessario avere un controllo dell’assetto ottimo, ogni minimo movimento lo vedremo amplificato enormemente).
Terzo passo:Il terzo ed ultimo passo è il fotoritocco digitale. È infatti possibile ingrandire ulteriormente alcuni dettagli e rendere più visibili dettagli microscopici utilizzando alcuni filtri appositi. In questo caso è il gusto personale che comanda, io in ogni caso consiglio nel cercare di mantenere un certo realismo nei colori e nei contrasti.
La macrofotografia è affascinante,.. è come scoprire un micromondo pieno di dettagli.
Il problema più serio, io ritengo sia il fatto che quando ci si concentra per le macro si perde attenzione all’immersione. A differenza di una foto ambientale, la macro richiede tempo e concentrazione su dei piccoli particolari che spesso fanno perdere il contatto visivo con il proprio compagno per un tempo non trascurabile.
Il risultato quando arriva dà sicuramente più soddisfazione di una foto normale e quindi la maggiore difficoltà tecnica è pienamente ripagata. Quindi non ostinatevi nel portare a casa delle foto sfocate, scoprite prima a casa come regolare opportunamente la vostra compatta digitale.
Se infine continuate a trovare differenze tra le prove fatte in casa, rispetto a quelle fatte in immersione, vi garantisco che il problema siete voi e non la vostra attrezzatura.