venerdì, ottobre 20, 2006

Le Aree Marine protette in Italia

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Organizzazione Amministrativa

La legge 31 dicembre 1982, n. 979, affida all'Ispettorato centrale il compito istituzionale della difesa del mare, vista non solo come tutela dell'ambiente marino e difesa del mare e delle coste dall'inquinamento, ma altresì come promozione e valorizzazione delle risorse marine. Assegna all'Ispettorato, tra gli altri, anche il compito di istituire le aree marine protette individuate dal legislatore, attualmente su istruttoria della Con
sulta per la difesa del mare dagli inquinamenti, massimo organo di stimolo e consulenza per la politica di tutela del mare. Le zone di particolare valore naturalistico da destinare a aree marine protette, le cosiddette aree di reperimento, sono individuate dalla legge n. 979 (sulla difesa del mare) e dalla legge 6 dicembre 1991 n. 394 (legge quadro sulle aree protette). La procedura per l'istituzione delle aree marine protette è stabilita dalle predette leggi 979/82 e 394/91. Le aree marine protette "sono costituite da ambienti marini dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche, con particola re riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l'importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono".

Gestione

La gestione delle aree marine protette, ai sensi della vigente normativa, può essere condotta direttamente dall'Ispettorato centrale per la difesa del mare, attraverso le Capitanerie di porto competenti per territorio, o, indirettamente, da Enti pubblici, Istituti scientifici e Associazioni ambientaliste riconosciute, previa la stipula di convenzioni tra questi ultimi soggetti e l'Ispettorato stesso. Sono organi di gestione della riserva:
- il Responsabile dell'area marina protetta
nominato dall'Ente gestore cura la gestione amministrativa e contabile, inoltre organizza e disciplina le attività consentite nelle diverse zone di tutela.

- la Commissione di riserva
ha sede presso ogni Capitaneria di porto
competente e ha il compito di affiancare l'ente delegato nella gestione dell'area marina protetta. E’ composta da:
-il Comandante della Capitaneria di porto, che la presiede;

-3 esperti designati dal Ministro dell'Ambiente in relazione alle particolari finalità per cui è stata istituita l'area marina protetta;
-2 rappresentanti dei Comuni rivieraschi designati dai Comuni stessi;
-1 rappresentante delle Regioni territorialmente interessate;
-1 rappresentante delle categorie economico-produttive designato dalla Camera di Commercio per ciascuna delle province interessate;

-1 rappresentante delle Associazioni naturalistiche maggiormente rappresentative;
-1 rappresentante del Provveditorato agli Studi;
-1 rappresentante dell'Amministrazione per i beni culturali e ambientali.
La Commissi
one di riserva, formula proposte e suggerimenti per tutto quanto attiene al funzionamento dell'area medesima. In particolare, esprime il proprio parere sul regolamento di esecuzione del decreto istitutivo e l'organizzazione dell'area protetta oltre che sulle previsioni delle spese relative alla gestione. La Commissione è nominata con decreto del Ministro dell'Ambiente.
- il Comitato consultivo tecnico-scientifico è istituito con decreto del Ministro dell'Ambiente, resta in carica quattro anni ed è presieduto dal Responsabile della riserva. il Comitato predispone annualmente il programma di ricerca scientifica e propone programmi concernenti le attività didattiche e divulgative

Finanziamento

L'istituzione di un'area marina protetta può essere un'occasione di integrazione delle risorse a beneficio delle comunità locali interessate e di aggiuntive opportunità di occupazione, grazie allo stanziamento di fondi sia nazionali che comunitari appositamente previsti per la salvaguardia della natura. I principali strumenti di finanziamento per le aree marine protette sono tuttora: Life Natura & Life Ambiente Quadro comunitario di sostegno Programma operativo multiregionale Ambiente e Turismo In particolare per quanto riguarda il Quadro comunitario di sostegno, occorre ricordare che il principale strumento per lo sviluppo socio-economico delle regioni europee è rappresentato dai Fondi strutturali, ripartiti sulla base delle cosiddette zone "Obiettivo".

Protezione

L'area marina protetta viene suddivisa generalmente in tre distinte zone, soggette a un differente regime di tutela:

- zona "A" di riserva integrale

- zona "B" di riserva generale

- zona "C" di riserva parziale
La zona di riserva integrale è l'area caratterizzata dal maggior grado di protezione, in quanto da preservare nella sua integrità. In questa zona viene pertanto vietata qualsiasi forma di intervento, sfruttamento o uso produttivo. L'acces
so è consentito solo per attività scientifiche o didattiche, previa autorizzazione rilasciata dall'Ente gestore. Nelle due zone di riserva generale e di riserva parziale sono consentite e graduate le attività economiche tradizionali (come la pesca professionale, permessa alle sole marinerie residenti nell'area protetta); altre attività (come la navigazione e la pesca sportiva) vengono invece regolamentate. Occorre precisare che limiti e divieti nelle diverse zone sono esattamente definiti e individuati, di volta in volta, dai decreti istitutivi delle aree marine protette, che tengono conto delle peculiarità, caratteristiche e necessità di ciascuna.

Sotto le Aree Marine Protette dei mari Italiani
(clicca sull’immagine per ingrandire)

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