giovedì, giugno 21, 2007

giovedì, giugno 14, 2007

Roberto Delaide: l’uomo, l’amico, il sub?

Indegnamente piccolo tributo ad un grande uomo. di Andrea Z.

Roberto non c’è più. Ancora non ci credo, ho la sua ultima e-mail ancora lì, non riuscirò mai a cancellarla.
Roberto lo trovavi sui forum come un sub “qualunque”, “Navigante” od “Il_Navigante” che fosse a nessuno poteva venire in mente che dietro a tanta cortesia e disponibilità vi fosse una delle “persone che contano” della subacquea italiana; si presentava come Roberto e basta.
Non scriveva molto perché non aveva il tempo però quando vedeva qualcuno in difficoltà o, peggio, risposte errate ed incoscienti, lui era lì con tutta la sua saggezza e generosa umanità.
Non si è mai risparmiato Roberto, metteva sempre a disposizione qualsiasi informazione fosse in suo possesso; senza problemi copiava su internet parti di manuali che altri avrebbero gelosamente ed egoisticamente tenuto segreti.
Qualche sub lo ha salvato anche così, spiegandogli dove e perché sbagliava, bloccando le folli risposte di “espertoni” saccenti e pericolosi che hanno più plastichino che preparazione e cervello.
Roberto era anche quello che regalava DVD video spedendoli a casa, tutto a sue spese; che persona fantastica era Roberto.

Quando lo sentii la prima volta al telefono non sapevo chi fosse e neanche potei intuirlo, la sua modestia, semplicità e cortesia erano di altri tempi. Quando seppi chi fosse non potei che aumentare la mia ammirazione per lui. Spesso ci sentivamo via internet, spesso mi scriveva per ridere insieme sui deficienti che popolano i forum e, come un padre, ripetermi “lasciali stare, sono quattro incompetenti” ed io lì a rispondere sempre “lo so, ma tanti non se ne accorgono e li prendono sul serio… questo è pericoloso” e lui ancora “che ci vuoi fare? Sono tanti e tosti, mica li possiamo eliminare?”. I nostri messaggi erano questi oppure per scambiare informazioni tecniche che ogni volta mi davano la dimensione di “chi” avessi di fronte, come uomo prima che come professionista.

Sono spesso duro con quelli che si dichiarano (mera auto-dichiarazione) dei “professionisti” e blaterano di sicurezza, preparazione eccetera… Roberto era veramente un professionista a 360 gradi, con una preparazione (purtroppo) assolutamente non comune immersa in tanta umanità ed umiltà.

Della sua morte non si è parlato, purtroppo. È morto forse come è vissuto, dando fastidio ad un sistema che in questo momento storico vuole spingere sul mercato un tipo di macchina (il REBREATHER, che peraltro egli stesso amava); non si può divulgare che è stato ucciso da un malfunzionamento… molti hanno vigliaccamente girato la colpa a lui perché era solito farci sopra esperimenti ma Roberto certe cose le sapeva fare, cosa che suoi detrattori non potrebbero neanche sognare.

Anche quelli che gestiscono i forum hanno fatto orecchie da mercante; conoscevano Roberto da anni, si erano immersi con lui eppure non hanno esitato a dimostrare la loro pochezza tradendolo e non dando degno onore e risalto alla sua memoria. Stesso vale per la stampa che ha puntualmente registrato ed onorato la memoria di Umberto PEPOLI, altro personaggio di rilievo che, diciamolo, ha dato più alla commercializzazione della subacquea che ad essa stessa. Roberto era sui testi a studiare, in laboratorio a preparare ed in acqua a sperimentare, pochi come lui hanno una competenza alle spalle delle prove che fanno.

Della sua scomparsa si è detto pochissimo anche su internet dove qualche demente non ha perso tempo per ricordare di essersi scontrato con lui e definirlo “duro”. Beh, credo che prima di far diventare “duro” Roberto devono averne dette di fesserie!

Avrei dovuto incontrarlo all’ultimo EUDI (marzo 2007), dove chiedendo informazioni su di lui mi hanno risposto “è sparito, non si è fatto vedere e credo che non si farà mai più vedere qui”. Non so cosa fosse successo e purtroppo il destino non i ha dato il tempo di chiederglielo. Volevo aspettare che si calmassero le acquee, poi sicuramente mi avrebbe detto tutto come sempre con la sincerità e la cortesia che lo distinguevano.
Roberto era veramente come un padre, lo trovavi sempre lì: pronto, semplice, disponibile, gentile, amorevole, generoso, prodigo di consigli e pronto a condividere la sua grande esperienza.
È morto ricordandoci che era un uomo, sbagliando anch’egli. Era solo, ci ha dimostrato che tutti possiamo sbagliare e che quella di andare sott’acqua da soli non è una buona idea, ci ha dimostrato che un amico imbecille ti lascia andare invece di prenderti a scapaccioni.
Questo mio non può essere il giusto tributo ad un uomo tanto grande ma purtroppo più non posso fare e comunque non sarebbe possibile trasferire il senso di vuoto che ha lasciato, il dolore per il saperlo non più lì, al proprio fianco.

Vorrei che la sua famiglia leggesse queste parole, torcerebbero un po’ il dito in una piaga che mai si chiuderà però sicuramente gli daranno conferma di essere stata una famiglia fortunata. Non ho il coraggio di inviargliele e lascio al destino la decisione se consegnargliele oppure meno.

Roberto, mi manchi e mi mancherai.

Andrea
Roma, 12 giugno 2007.

Il presente articolo non può esser riprodotto, neanche in parte, senza l’autorizzazione espressa dell’autore ed ogni sua citazione deve riportare la fonte originale.
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venerdì, giugno 08, 2007

Il Risveglio del Barbiero

Eccomi di nuovo su questi schermi
Mercoledi sera, io vitò e il fede abbiamo sfidato il maltempo e siamo andati a Framura, apparte il flash allagato abbiamo visto il MONDO
a Breve il post per ora le immagini a breve anche il testo


mercoledì, giugno 06, 2007

parliamo di speleosub

Premessa:
questo testo è solamente per puro scopo informativo e non è da considerarsi come un testo didattico per effettuare immersioni di tale genere.

La speleologia subacquea si è fatta la triste fama di una disciplina ad alta mortalità ed è per questo che si sono maggiormente sviluppati gli attuali concetti di sicurezza.
Questi concetti non sono quindi nati su basi teoriche, ma sull'analisi degli incidenti avvenuti e sulla ricerca di qualcosa che potesse evitare il loro ripetersi. Dal confronto incrociato delle esperienze è emersa la necessità di ripensare il modo di fare immersione. Si è visto che era necessario abbandonare qualche vecchia abitudine e anche qualche concetto profondamente radicato. Ne è risultata una dottrina che ha fatto gridare all'eresia, ma che alla prova dei fatti si è dimostrata vincente sia sul piano della sicurezza che su quello dell'efficienza delle esplorazioni.

Partiamo dal concetto che l'immersione speleosub è un'immersione in solitaria.

Questa regola contrasta palesemente con quanto viene comunemente insegnato in tutte le scuole subacquee del mondo e merita quindi una spiegazione e una riflessione appropriata.

Chiariamo innanzitutto che questo non significa che è obbligatorio immergersi da soli, significa piuttosto che per principio l'immersione sotterranea deve essere concepita comunque come una solitaria, anche se ci si immerge in due o più.
Com'è noto, la presenza del compagno rappresenta il cardine del concetto di sicurezza su cui si fonda l'immersione in acque libere. Ci si aspetta che questo intervenga in caso di necessità mettendo a disposizione parte della sua attrezzatura. In grotta si preferisce non contare sull'intervento del compagno in quanto è molto probabile che questo sia inefficace o impossibile a causa della morfologia della grotta o della situazione in sè. L'attrezzatura che lo speleosub si porta appresso deve essere in grado di risolvere tutte le situazioni che richiederebbero l'intervento del compagno. Si tratta quindi di un concetto di autonomia della sicurezza. Gli speleosub si abituano gradualmente a immergersi in solitaria vincendo le proprie paure, scoprendone i relativi problemi e risolvendo da soli le situazioni. Non è certo consigliabile cominciare di punto in bianco a immergersi in solitaria, è meglio prendere contatto con qualche gruppo di speleosub già affermato e farsi addestrare adeguatamente. In ogni caso la normale attrezzatura da sommozzatore, non è idonea all'immersione in solitaria.

Anche il concetto di programmazione assume un ruolo diverso. Nella speleologia subacquea la programmazione cessa di rivestire un ruolo centrale. Non è proibito programmare l'immersione, anzi molte scuole insistono perchè questa sia fatta, però non si può fondare la propria sicurezza su di essa. Immergersi in grotta non è come farlo al mare. Se capita qualche inconveniente nelle acque aperte, si può sempre tentare di riemergere con una pallonata, è una soluzione estrema che può dare problemi per la decompressione, ma almeno si è fuori. In grotta non si riemerge tanto facilmente e rapidamente, tutta la strada fatta all'andata dovrà essere ripercorsa al ritorno.


Per diventare uno speleosub, un corso dedicato di speleologia è indispensabile.


La visibilità:
Le grotte carsiche hanno generalmente acque molto limpide, ma dopo intense precipitazioni facilmente diventano torbide e tali rimangono per diversi giorni finchè le sospensioni non si depositano. Le acque possono essere state intorbidite anche da coloro che si sono immersi prima di noi, così come un'acqua perfettamente limpida può diventare torbida dopo il nostro passaggio.
Girarsi e scoprire che le acque che abbiamo appena percorso con orgogliosa sicurezza si sono trasformate in un impenetrabile caffèlatte non è una sorpresa piacevole, è quindi indispensabile l'uso del filo d'Arianna ed è importantissimo non perdere mai il contatto tattile con esso (il contatto visivo non basta).

Strettoie:
Le strettoie sono un pericolo anche nella speleologia non subacquea, nella speleologia subacquea lo sono molto di più. Il rischio di rimanere incastrati in una strettoia è reso molto consistente dalla complessa attrezzatura che lo speleosub indossa, quindi le strettoie non vanno sottovalutate.
Alcune strettoie si restringono impercettibilmente finchè lo speleologo si ritrova perfettamente incastrato con forti difficoltà e proseguire o a tornare indietro.
Talvolta affrontarle comporta un'organizzazione particolare dell'immersione e delle attrezzature, può essere necessario togliersi le bombole e reindossarle dopo l'attraversamento.
In conclusione è meglio lasciare certe strettoie agli speleologi esperti che fanno speleologia subacquea esplorativa.

Corrente:
La corrente può essere un problema pericoloso. In genere le gallerie che presentano forti correnti hanno carattere stagionale. Le stesse gallerie possono essere percorse senza problemi in altri periodi dell'anno. In linea di massima si preferisce evitare le immersioni quando c'è corrente rinviandole a tempi migliori con opportunità migliori di progressione.
Questo non è possibile se la corrente è una caratteristica costante della grotta. In questo caso bisogna tenere presente che un'immersione con il favore della corrente diventa problematica al ritorno. È il caso di grotte con più rami, dove si passa da un ramo laterale calmo a quello principale con corrente forte. Gli effetti della corrente diventano più consistenti in corrispondenza delle strettoie a causa dell'effetto Venturi.


La compensazione:
I sifoni possono presentare numerose variazioni di profondità. Questi vengono chiamati sifoni jojo proprio perchè costringono il sommozzatore ad andare su e giù (in senso batimetrico).
Le continue variazioni di quota comportano la necessità di una continua compensazione e ciò può provocare dei problemi per la continua sollecitazione delle mucose.
Non è il caso di affrontare questo tipo di sifoni se non si è certi di non avere problemi di compensazione e comunque è meglio attuare sempre la compensazione preventiva, cioè prima che sopravvengano i segnali di dolore in modo da non irritare le mucose.

Le nicchie d'aria:

Alcune grotte presentano in profondità delle cupole nelle quali si imprigiona aria.
L'aria che si accumula in queste cupole è quella proveniente dagli erogatori di altri sommozzatori che sono passati prima. È viziata e respirarla può provocare malesseri, soprattutto se il profondimetro segna pressione. Anche un ampio salone alla fine di un sifone può essere pericoloso poichè vi si possono accumulare anidride carbonica, gas tossici o venefici. Talvolta questi gas sono così velenosi che basta un solo atto respiratorio per provocare la morte. L'unico modo per essere sicuri è non togliersi l'erogatore quando si riemerge.

La profondità:
Tutti i sommozzatori sanno quanto siano pericolose le immersioni profonde. In grotta lo diventano ancora di più perchè è abbastanza facile raggiungere grandi profondità in quanto, contrariamente a ciò che avviene al mare, in grotta non vi è un mutamento della luce, della flora e dell'ambiente che segnala che si è raggiunta una profondità notevole. È molto difficile che un sommozzatore esperto possa raggiungere grandi profondità senza esserne cosciente, tuttavia succede spesso che la mancanza di un segnale ambientale porti a sottovalutare la profondità raggiunta.
Le immersioni profonde sono altamente specialistiche e vanno riservate ai pochi che, per capacità e disponibilità economica, si possono permettere le miscele ternarie a base di elio. Queste miscele permettono di raggiungere profondità molto elevate mantenendo una perfetta lucidità mentale, per contro la decompressione è molto più lunga e delicata.


Attrezzature


Autorespiratore:

L'autorespiratore è composto da un minimo di due bombole separate. Ad ognuna delle bombole è collegato un erogatore con manometro.
Qualsiasi rottura dovuta alle rubinetterie, alle fruste degli erogatori o agli erogatori stessi, nel caso di bombole collegate o di monobombola, causa il completo svuotamento della riserva d'aria. Con le bombole separate, se una si svuoterà ne rimarrà sempre un'altra disponibile.

Erogatori:

Ad ogni erogatore si collega un manometro con un'etichetta di colore corrispondente sia sul secondo stadio che sul manometro in modo da individuarlo con precisione e immediatezza. È molto importante che erogatori e manometri non siano lasciati liberi di flottare nell'acqua, ma siano fissati al corpo in modo da essere rapidamente trovati in caso di necessità. Un sistema molto diffuso consiste nel fissarli agli spallacci delle bombole mediante elastici di camera d'aria. Gli erogatori lasciati liberi, oltre ad essere spesso difficili da agguantare, possono anche girarsi al punto tale da disporsi sul dorso delle bombole e costituire un pericolo per la possibilità di impigliarsi.


Illuminazione:

Disporre di un'illuminazione adeguata è importantissimo. Rimanere senza luce può essere drammaticamente grave come il rimanere senz'aria.
È considerata regola tassativa immergersi con almeno 3 fonti di luce di cui almeno una di potenza non inferiore a 20 watt. Due vanno accese quando si parte in modo che se una dovesse guastarsi non ci si troverà al buio nel momento in cui si cercherà di accenderne un'altra. In caso di guasto si accende la lampada tenuta di scorta e ci si avvia verso l'uscita. In genere si tratta di torce subacquee fissate al casco, che naturalmente è utile anche come protezione. Un buon sistema, anche se esteticamente poco piacevole, consiste nel fissarle con gli onnipotenti elastici di camera d'aria. Le torce così sistemate non rischiano di staccarsi ed essendo fissate con un sistema elastico risentono meno in caso di urti. Le luci fissate al casco permettono di avere le mani libere e si può facilmente intuire come questo sia importante.

Maschera:

All'acquisto conviene provarla indossando il casco e verificando che non ci siano inconvenienti.
La cosa più importante è immersi con una maschera di riserva. Il lacciolo della maschera è infatti soggetto a usura e prima o poi si rompe. Trovarsi senza maschera in sifone è estremamente critico. La maschera di riserva può essere custodita nella tasca del jacket o fissata al corpo. Se si dovesse rompere basta sostituirla con quella di riserva. Questa operazione prevede che ci si tolga casco, che si indossi la maschera e che ci si rimetta il casco. Si tratta di un'operazione apparentemente semplice, ma che è meglio essere allenati a farla.

L'abbigliamento:

Le grotte sommerse presentano in genere valori di temperatura che vanno dai 5 ai 9 gradi. Si tratta di temperature decisamente rigide che espongono il corpo a una aggressione non trascurabile.
Nel caso di immersioni lunghe o profonde è sicuramente preferibile la muta stagna. La muta stagna evita il contatto del corpo con l'acqua e quindi la perdita di calore risulta sensibilmente inferiore.

Anche con la muta stagna si usa il G.A.V.
Si tratta di una sicurezza fondamentale. Se la muta si allaga si dispone ugualmente di un sacco d'aria da gonfiare. È bene che la frusta di caricamento del G.A.V. non sia attaccata alla stessa bombola a cui è attaccata la frusta di caricamento della muta in modo che se una delle due bombole diventa inutilizzabile si usa l'altra.

Cesoie:

In grotta non ci sono reti da pesca da cui liberarsi. C'è il filo d'Arianna. In certe grotte frequentate da anni dai sommozzatori capita troppo spesso di trovare vecchi fili abbandonati. Questi fili possono costituire un serio pericolo per la facilità con cui ci si può impigliare.

In speleologia subacquea al posto del coltello si preferisce usare una cesoia. Questa scelta è stata determinata dal fatto che si possono trovare fili in metallo che il coltello non riuscirebbe a tagliare. La cesoia è poco ingombrante e può essere maneggiata con una sola mano. Va fissata al braccio e non alla gamba per ridurre il rischio di impigliarsi e per averla più rapidamente a disposizione.


Console
per profondimetro, orologio, bussola e computer.
Si preferisce raccogliere gli strumenti su una tavoletta di plastica modellata allo scopo e di fissarli all'avambraccio con elastici. Gli strumenti così raccolti sono facili da consultare. Alla stessa consolle si può fissare anche il tranciafili.

La console deve essere facilmente sfilabile dal braccio nel caso sia previsto un cambio bombole in immersione e deve essere possibile ruotarla sul braccio per facilitare la lettura degli strumenti.

La cintura zavorra:

Le cinture zavorra sono fatte in modo da poter essere facilmente sganciabili in caso di emergenza. Si tratta di una sicurezza che può essere determinante in un immersione in acque aperte. Le cinture così concepite presentano però il rischio di sganciarsi accidentalmente e una simile evenienza può essere molto grave nel caso di un immersione in cavità, per il rischio di rimanere intrappolati in una nicchia sul soffitto.
Ne emerge la necessità di dotare la cintura zavorra di una sicurezza che eviti questa evenienza. Un buon sistema consiste nel passare un elastico di camera d'aria nella fibbia della cintura in modo da evitare la sua apertura accidentale. Ciò comporta una manovra in più quando si indossa la cintura, ma la sicurezza ottenuta ripaga ampiamente. L'elastico comunque non impedisce di aprire volutamente la fibbia in caso di emergenza.

quì sotto due video di speologia subacquea




domenica, giugno 03, 2007

Avviso

Mercoledì sera ci dovrebbero essere le condizioni per un tuffo.Chi è disponibile?

il mare

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

MARE

Il mare è una vasta distesa di acqua salata a ridosso dei continenti e connessa con un oceano. Lo stesso termine è alle volte usato per indicare laghi, normalmente salati, che non hanno sbocchi sull'oceano: esempi sono il Mar Caspio, il Mar Morto ed il Mar di Galilea. Il termine mare è usato anche come sinonimo di oceano quando esprime un concetto generico, per esempio quando si parla dei mari tropicali o dell'acqua marina riferendosi a quella oceanica in generale.


Il
confine tra acqua e terra è denominato costa o litorale. Il mare, non essendo solido, presenta vari movimenti delle acque che lo compongono. I principali movimenti sono le onde (generate dal vento, dai terremoti e maremoti ), le maree (dovute all'attrazione di alcuni corpi celesti, principalmente la Luna ed il Sole), e le correnti marine (superficiali e sottomarine, causate dalle diverse temperature dell'acqua). Altri fenomeni marini che determinano dei movimenti delle acque sono gli uragani e le trombe marine.

MARI EXTRATERRESTRI

La Luna è caratterizzata da varie configurazioni morfologiche chiamate mari. Sono stati chiamati mari perché il colore più scuro faceva presupporre la presenza di acqua, nonostante si tratti in verità di pianure basaltiche. Sulla Luna è presente dell'acqua sotto forma di ghiaccio; l'origine
di tale ghiaccio dovrebbe essere dovuto a comete che si sono scontrate con il nostro satellite in posizione poco o per nulla irradiate dai raggi del Sole. Acqua liquida potrebbe essere presente sulla superficie o nel sottosuolo di molte lune, tra cui ricordiamo principalmente Europa, una delle lune di Giove. Si pensa che Europa ospiti al suo interno un vero e proprio oceano sotto la superficie ghiacciata, circondante tutto il satellite. Idrocarburi liquidi si pensa siano presenti sulla superficie di Titano, anche se sarebbe più accurato descriverli come "laghi" al posto di "mari".

MODI DI DIRE
1) promettere mari e monti
traduzione:
fare grandi promesse

2) nuotare in un mare di latte
traduzione:
vivere nell'abbondanza

3) essere in un mare di guai
traduzione:
essere pieno di guai

4) divertirsi un mare
traduzione:
divertirsi molto

5) tenere il mare
traduzione:
riuscire a fronteggiare la situazione

6) andare a spazzare il mare
traduzione:
fare una cosa completamente inutile



“Guida Blu 2007”
, le regine del mare di qualità (da legambiente)


Sono 11 le località che quest’anno conquistano le 5 vele della “Guida Blu 2007” di Legambiente pubblicata dal Touring Club Italiano, che coniugano alla bellezza del paesaggio e alla qualità delle acque, una corretta gestione del territorio, interventi e politiche in linea con il rispetto dell’ambiente e una buona funzionalità dei servizi.

CAPALBIO (Grosseto). Ottimo livello di sostenibilità, soprattutto rispetto al tema della salvaguardia del territorio aperto (ambiente, paesaggio, economia rurale e agricoltura) e per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente. Particolare l’attenzione alla salvaguardia del lito
rale.

CINQUE TERRE (La Spezia). La seconda posizione è detenuta dai tre comuni del Parco Nazionale delle Cinque Terre, ovvero Riomaggiore, Vernazza e Monterosso. Modello di sviluppo sostenibile del "Parco dell'uomo"


CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (Grosseto) Il litorale costiero si mantiene in buone condizioni di conservazione. Prosegue l’impegno dell’amministrazione per la tutela del territorio e il miglioramento dei servizi.


POLLICA, ACCIAROLI e PIOPPI (Salerno) Pollica, con le località costiere di Acciaroli e Pioppi, è situata all'interno del parco nazionale del Cilento. Premiata per la qualità dei servizi, per l’acqua incontaminata, per un efficiente sistema di raccolta differenziata.


DOMUS DE MARIA (Cagliari), BOSA (Nuoro) e VILLASIMIUS (Cagliari). Oltre che per la bellezza delle sue spiagge il Comune di Domus De Maria, si segnala per l’efficacia del progetto di salvaguardia delle dune.


NARDÒ (Lecce). Per la prima volta il Comune di Nardò entra a far parte dei comuni a 5 vele, grazie al buon lavoro svolto negli ultimi anni. Il Comune si è distinto per la lotta all’abusivismo edilizio. Possiede uno dei pochi depuratori funzionanti in Puglia e dopo 25 anni di equivoci e d
i abbandono.

NOTO (Siracusa). Alle splendide e naturali spiagge di Vendicari e Cala Mosche, si aggiunge un entroterra di grande suggestione caratterizzato dalla intensa bellezza del paesaggio agricolo e dalle famose architetture barocche che hanno determinato l’inclusione della Val di Noto nella lista UNESCO.


ISOLA DEL GIGLIO (Grosseto). Si mantiene buono il livello di sostenibilità e continua la campagna per la diffusione delle produzioni tipiche. Rimane inalterata e sempre di ottimo livello la qualità delle acque di balneazione e della costa.


SANTA MARINA SALINA (Messina). Pur in presenza di una forte pressione turistica gravante sull’arcipelago Eoliano, Santa Marina Salina riesce ancora a conservare il fascino di un luogo profondamente segnato da una storia antica e la presenza di un mare splendido e di belle spiagge.


PREMIO SPECIALE ALLA REGIONE SARDEGNA. È la regione che più di altre ha trasformato la tutela della costa in uno dei punti fondanti dell’azione di governo. Sono segni tangibili di questa strategia il piano
paesaggistico che prevede la tutela nell’ambito costiero di una fascia di due km e la nuova pianificazione per tutti i comuni costieri. Da sottolineare il gran numero di località premiate con quattro e cinque vele, sintomo indiscutibile di qualità ambientale.


SPIAGGE E FONDALI PULITI


il 25, 26, 27 maggio 2007 sono stati tre giorni di volontariato per liberare le spiagge e i fondali marini dai rifiuti, uno dei grandi problemi che affliggono le nostre belle coste. Salviamo le spiagge e i fondali dai rifiuti! Facciamole splendere di nuovo! Un gesto concreto per prenderci cura della salute del mare.


Per il diciottesimo anno consecutivo, grazie al supporto di un piccolo e pacifico esercito di volontari armati di guanti e buste della spazzatura, Legambiente passa al setaccio spiagge e fondali lungo tutta la penisola per liberarli dai rifiuti. Lo scorso anno sono state raccolte 45 tonnellate di spazzatura! Un dato che la dice lunga sulla necessità di riunirci ancora, grandi e piccini, per dare uno schiaffo morale a tutti coloro che hanno scambiato il mare e le sue spiagge per un’immensa discarica.

L'ISOLA-CALAFURIA.....SUBNORMALE PER SEMPRE!!!

Visto che nessuno più pubblica sul blog dei subnormali appena ho qualche media lo faccio io- Immersione da terra a Calafuria.... Dopo una ...