lunedì, aprile 30, 2007

un'esperienza particolare!!!

il nostro amico Dr.Carlo Oggioni, di cui ho avuto il piacere di conoscere di persona, al corso di sicurezza subacquea del Dr. Alberto Fiorito, durante la sua partecipazione ad un convegno del DAN a Bruxelles, ha avuto la fortuna di provare questa inusuale esperienza, che mi ha inviato via E-Mail.

RELAZIONE SUL DAN DIVERS DAY BRUXELLES 07.04.07

A cura di Carlo Oggioni


Sono le sette del mattino e mi sveglio nell’albergo della bella Bruxelles all’inizio di un giorno sicuramente pieno ed interessante. E’, infatti, il DAN Divers Day!
Alle 1200 sono prenotato per l’im/ne nella piscina di NEMO33 ed alle 1430, nella stessa sede, è il mio turno per il Convegno DAN.

Il tempo è splendido; l’aria è fresca; il cielo è di un celeste pallido, differente da quello azzurro luminoso delle ore della sera che seguono al tramonto.

In pochi minuti di tram sono a NEMO33; avete letto bene: a Bruxelles ci sono i tram ed anche tante linee, tram che diventano anche….metro! Cioè si infilano sottoterra, anche per diversi piani, come succede alla Gare du Midi.


NEMO33 è una struttura dalle linee moderne; al piano terra c’è un ambiente molto vasto in cui è situato il bar e sul quale si aprono le grandi finestre che consentono di vedere quello che succede sott’acqua nella piscina. Infatti, qui per andare in piscina si sale di oltre un piano. Già attraverso le finestre, noto la ottima visibilità e i vari piani del fondo: sarà una im/ne fuori del normale! Sono un po’ emozionato!


NEMO33 è una piscina veramente unica: contiene 2.500.000 litri di acqua di sorgente, riscaldata a 30°C, senza odore di Cloro, perché è resa balneabile (anzi potabile!) da un sistema di filtrazione/disinfezione non chimico. Il riscaldamento dell’acqua è ottenuto con pannelli solari. La grandezza della vasca è all’incirca come quella di una piscina di 25 m, ma è più larga; non è stata creata per il nuoto, ma per l’attività sub. La profondità massima è di –33 metri che la classifica come la piscina più profonda del mondo. Il fondo è strutturato in più livelli (1.5 – 5.0 – 10 – 18 – 33 m) e, come se non bastasse già questo, c’è anche una “caverna”, lunga circa 8-10 m, con due uscite e con, all’interno, due campane alimentate da aria a pressione, continuamente rinnovata..

Per chi ne vuole sapere di più: http://www.nemo33.com/, dove c’è anche una “galleria” fotografica.


Grazie all’organizzazione scrupolosa ma perfetta, i vari gruppi di circa 20-25 Sub ognuno si succedono regolarmente nella piscina, a distanza di un’ora uno dall’altro. Finalmente arriva anche il mio turno.

Comodi e molto puliti gli spogliatoi, con armadietti che funzionano con una moneta da 0.50 euro. Rapida svestizione e doccia; prendo il computer e la mia maschera e sono sul bordo-vasca!


Ci spiegano in fiammingo, francese ed inglese (tutte lingue che conosco perfettamente.….dalla nascita!) le regole di questa im/ne, regole che per fortuna conoscevo già. In pratica non si devono portare in acqua attrezzature personali, con eccezione di pinne, di tipo chiuso, e maschera; assolutamente banditi i calzari. In pratica nel prezzo della im/ne è compreso l’uso di tutta l’attrezzatura sub. Il motivo di questa disposizione è che si vuole preservare al massimo la pulizia dell’acqua. Mi sembra più che giusto. Per curiosità, il prezzo è di 18.00 euro, ridotti a 15.00 per l’occasione.

Intorno a due lati della piscina, ci sono ordinate le ceste di pinne, maschere e GAV, divise per misura; poi le bombole (tantissime!) con i compressori e gli erogatori, appesi alle rastrelliere. Mi prendo l’attrezzatura e monto “il gruppo” senza problemi: sono pronto! La zavorra non serve, così dicono. Io ho un “problema” con la mia regione lombare, perciò mi ero già organizzato per vestirmi in acqua, come è mia abitudine.

Pensavo che mi avrebbero dato subito il via per partire per la tanto attesa im/ne ed invece prima bisogna fare “snorkeling” (così dicono) nell’acqua bassa! Tutto sommato questo fatto mi è utile perché mi accorgo che le pinne 42-43 sono troppo grandi! Esco di corsa per recuperare l’ultimo paio di pinne 41 che erano rimaste. L’accesso/uscita è fatto tramite una comodissima e grande scala di acciaio.


Comincia l’im/ne. Mi devo riorganizzare mentalmente con il GAV con corrugato, perché da tempo ho il GAV senza corrugato; ma quello di cui mi rendo conto subito è che sono un po’ leggero: 1-2 kg mi avrebbero fatto comodo, anche per quello che vi dirò fra breve. Però alla fine sgonfio completamente il GAV, espiro anche il volume…..residuo e sono a –5 m! Mi fermo, respiro e mi guardo intorno: siamo tanti!


Come avevo promesso a mia moglie, mi avvicino alla finestra prescelta e mi faccio scattare alcune foto. Una piccola “debolezza” un po’ infantile, che spero mi sia perdonata! Mentre mia moglie scatta le foto, anche io metto a fuoco un problema al quale non avevo proprio pensato!
La quantità delle bolle che arriva dal fondo a –33 m è veramente…..colossale! Penso che questo possa essere l’aggettivo giusto! Le bolle sono così tante che ho l’impressione (?) che mi trascinino verso la superficie: anche per questo una zavorra “leggera” mi avrebbe fatto comodo.

Ma non è finita qui: il numero delle bolle, oltre a disorientare, mi impedisce di vedere….le mie pinne! Meno male che la visibilità doveva essere di 33m!

Scarto immediatamente la discesa sul fondo, “volando” come si fa in mare e cerco la grande scala di acciaio (la seconda!), a pioli, che avevo visto in precedenza e che arriva fino alla massima profondità; quindi, decido di scendere lungo di essa, anche per la mia incolumità; infatti io pensavo agli altri Sub che erano con me, ma gli altri non pensavano a me: colpi di pinne e di bombole non mi mancano!

Mi metto in verticale lungo un lato della scala, vicino alla parete, e comincio a scendere lentamente. Quando sono sul fondo, ho la mia seconda grande sorpresa: è buio, tanto buio che non riesco a leggere la cifre del computer! Devo accendere la luce del display!


Per mio ricordo, porto il computer a contatto con il fondo: segna –34 m!

Mi trattengo per pochi istanti: non c’è nulla da vedere, tranne i flash delle piccole macchine foto, le uniche che è permesso portare. Il diametro del “pozzo” è di circa 6 m.

Inizio la lenta risalita con lo stesso sistema. Arrivo a –18 e poi a –10. Sono “in curva”, ma mi aspetta la Sosta di sicurezza. Aria ne ho molta.

Ora mi aspetta la “caverna”; appena l’imbocco mi sembra di avvertire una leggera corrente contraria; procedo e mi infilo dentro una delle due campane. Mi sollevo in piedi e sono fuori dall’acqua. Tolgo l’erogatore dalla bocca e mi faccio qualche respirata a pieni polmoni: bella emozione! Unica precedente esperienza, nella Grotta dello zaffiro a Marina del Cantone, Penisola sorrentina.

Esco dalla campana e dalla “caverna”; risalgo ancora fino a –5 m; mi faccio un giro, a quella quota, mentre aspetto la fine della Sosta (5x3); il computer segna 30°C. un altro record! Finalmente c’è la luce piena del sole, che entra dalle ampie vetrate, e non ci sono più le bolle, almeno quelle dell’ambiente! La visibilità è perfetta.

Risalgo ancora e sono in acqua bassa; svestizione. Uno dei responsabili, gentilmente, recupera dal bordo il mio “gruppo”. L’im/ne, durata 23 min, è finita: sono molto contento e soddisfatto.


Come già sapevo, ora mi aspetta la parte scientifica della im/ne. Devo compilare/ rispondere ad un form (ovviamente in inglese!) anamnestico e sottopormi al Doppler per la rilevazione delle bolle. Tutti questi dati provenienti dalle nostre im/ni del giorno andranno, infatti, ad arricchire il data-base del Diving Safety Laboratory (DSL) del DAN-E. Per ringraziarci della ns collaborazione, ci è consegnato un “brevetto” di Research Diver Recognition.

Da ricordare che qui a NEMO33 sono state condotte molte ricerche sperimentali del DAN-E; io mi ricordo in particolari, quelle effettuate dal Dr. Costantino Balestra, Direttore della Ricerca DAN-E, Professore di Fisiologia della Università di Bruxelles.


Passo ora a raccontarvi del Convegno. Purtroppo, non sono in grado, per mia colpa, di farvi un riassunto abbastanza dettagliato delle numerose relazioni, perché essendo state svolte in inglese, nonostante la traduzione simultanea, non sono certo della esattezza dei miei appunti; inoltre i Relatori (come sempre!) parlavano rapidamente, senza mai ripetere un concetto, magari quello importante, mettendo in difficoltà anche il Traduttore; non solo, ma, di conseguenza, anche la durata delle immagini della “presentazione” (sulla quale contavo!), era molto ridotta.

I Relatori, tutti famosi, sono stati: Peter Bennett (fondatore del DAN America), Frans Cronjé (Presidente del DAN Sud Africa), Petar Denoble (Ricercatore DAN America), Dan Orr (Presidente DAN America), Neal Pollock (Ricercatore della Duke University, Durham NC - USA), Dick Vann (Vice Presidente Ricerca DAN America), Costantino Balestra e Alessandro Marroni (Presidente DAN Europa, Presidente DAN International).


Erano presenti anche i Direttori dei DAN di molte Nazioni europee: Spagna, Polonia, Croazia, Balcani, Rep. Ceca, Slovenia, Germania, Austria, Ungheria.


Vi elenco, senza un ordine logico, alcuni “grani di sapienza” che ho raccolto.


Non si conosce con esattezza quale è la velocità di risalita corretta: è stata stabilita in modo empirico; quello che si conosce è che il n° delle bolle alla fine di una im/ne è legato, non solo ad una lenta risalita (magari differenziata), ma soprattutto all’inserimento del (o dei) Deep Stop (DS).

Il DS è effettuato alla metà della profondità raggiunta, ma deve durare almeno 2-3 min, a differenza di quanto si diceva in precedenza.

Il concetto del rischio non è soltanto statistico, ma anche relativo ad una categoria o alla persona; un certo rischio può essere accettabile per la US Navy, ma non per il Sub Ricreativo o per il lavoratore professionista. Il rischio deve essere visto anche in funzione della gravità del rischio stesso: un conto è un forma di MDD osteoarticolare ed un conto è una MDD midollare.

Il “trigger” più frequente (cioè l’evento scatenante di un incidente mortale) è la mancanza dell’aria; mentre la causa di morte, quasi sempre presente, è l’Annegamento.

Anche negli USA il n° degli Apneisti è aumentato molto in questi ultimi anni e purtroppo anche il n° delle vittime. Ora esistono anche i computer dedicati. Ho sempre saputo che arrivati in superficie, bastava un solo respiro per scongiurare la sincope da ipossia; sembra che, invece, occorrono almeno 30 sec di respiri per saldare il debito critico di O2. Il fattore più importante per la prognosi dopo la sincope è ovviamente la sorveglianza dalla superficie, cioè la rapidità del soccorso.

Non è importante la durata della Deco, ma anche come e dove è eseguita. Più lunga e più profonda è l’im/ne, più grande è il rischio; se ho capito bene questo concetto può essere reso in forma matematica dalla equazione Rischio = Prof x √ Tempo.

Bolle & Ecografia: sono le bolle del cuore sn che ci interessano, non importa come ci siano arrivate! Queste sono le bolle intravascolari; ma ci sono anche le bolle extravascolari, intratessutali, che ci interessano forse di più! Sembra che si stia mettendo a punto uno strumento che consentirà di “vedere” anche questo tipo di bolle.

Lo scopo della ricerca del DAN è quello di ridurre ulteriormente il rischio dei Sub ricreativi: tutti vogliono tornare a casa “divertiti” e sani! Si deve cercare di ridurre al minimo il n° delle bolle circolanti (intravascolari); tante bolle non vogliono significare sempre MDD (MalattiaDaDecompressione); ma sicuramente tante bolle venose significano Stress Deco, mentre aumenta parallelamente la possibilità che le bolle possano scavalcare il filtro polmonare. E’ stato ormai ampiamente dimostrato che l’introduzione del DS abbatte nettamente il n° delle bolle circolanti.

Il n° dei casi di MDD “non-meritati” è ancora troppo elevato: “non-meritati” nel senso che non si riesce a capire la causa dell’incidente, dal momento che l’im/ne è stata condotta secondo le regole; il DSL del DAN-E si prefigge di ridurre drasticamente questo numero di casi. Il raggiungimento di questo obiettivo passa sicuramente attraverso un miglioramento del profilo decompressivo, come quello che si ottiene con l’inserimento del DS, con le caratteristiche di cui sopra. Sono i tessuti veloci, come il Midollo spinale, che sono quelli più importanti durante le im/ni ricreative e il DS consente di alleggerire la pericolosità del carico dell’Inerte in questi compartimenti.

E’ rinnovato l’invito a tutti i Sub a partecipare, sotto le varie figure previste, al Programma del DSL, che si propone si raccogliere un numero elevato di profili di im/ne e di anamnesi, perchè più dati si raccolgono, più importante statisticamente sarà il risultato per la Sicurezza sub. Mi sembra di aver capito che, attualmente, il n° delle im/ni schedate sono superiori a 130.000.

Il PFO non aumenta il rischio di MDD; le indagini retrospettive a questo riguardo non sono dimostrative. Il rischio deriva soprattutto dal profilo dell’im/ne (carico di Inerte) e dalla modalità della Deco, compreso il periodo immediatamente successivo alla fine dell’Im/ne. Anche la NASA non sottopone ad indagini specifiche per PFO i suoi Astronauti, anche se sono esposti a questo rischio durante l’Attività ExtraVeicolare (EVA), cioè al di fuori della stazione spaziale. E’ ribadita l’importanza del Doppler carotideo e della durata della Manovra di Valsalva “forzata” per la evidenziazione delle bolle arteriose.

Le “macchie” cerebrali che sono state viste con la TAC nei Sub e che venivano interpretate come esiti di bolle intravascolari, non sono di origine vascolare e quindi non possono dipendere nemmeno dal PFO.

Però è stato anche dimostrato, con TEE (Ecografia TransEsofagea), in alcuni Sub con pregressa diagnosi di PFO (7 anni prima), che la grandezza del Forame era aumentata, inaspettatamente ma significativamente.

Si sente citare sempre più spesso l’Ossido Nitrico (NO) con il suo effetto protettivo sulle bolle. Ora si comincia a parlare anche della EritroPOietina (EPO).


Per chi ancora non lo sapesse, Pascal Bernabè, nel 2005, è arrivato autonomamente con un autorespiratore a –330m
(http://www.pascalbernabe.com/)
mentre Patrick Musimu , sempre nel 2005, è arrivato in Apnea a –209m, “allagando” anche…..le tube di Eustachio!
(http://www.patrickmusimu.com)

Il numero dei partecipanti al Convegno è stato veramente grande, tanto che P. Bennett, con meraviglia, ha dichiarato (qui a Bruxelles 2007, come a Roma 2005) che negli USA questo non accade mai! Questo fatto ha, ovviamente, comportato un altrettanto grande impegno organizzativo che Nuccia De Angelis (Direttore DAN Italia), Guy Thomas (General Manager DAN-E Training Division) ed i loro Collaboratori hanno assolto perfettamente.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Splendida ... certo che avere una piscina come questa a portata di mano sarebbe splendido !!!
Farei l'abbonamento giornaliero !!!

Ciao
Miky

Anonimo ha detto...

Veramente interessante!!!
Se decidessero di farla in Italia ci impiegherebbero decenni e poi chissà.....

saluti

vivy

Anonimo ha detto...

Post scriptum alla mia Relazione sul DAN Divers Day di Bruxelles.

La Città di Bruxelles per onorare e festeggiare il DAN DIVERS DAY ha vestito, per 24 ore, il Manneken-Pis come un perfetto sub, con bombola, erogatore e maschera; il Manneken-Pis è la statua di un bambino che orna una fontana barocca del centro della Città e che è raffigurato nell’atto di fare pipì!

Ale (ì Luce) ha detto...

accidenti ...lo sai caro zio Carlo che mi hanno fregato l'idea del David-SUB, loro il bambino lo hanno vestito da sub sul serio!!!
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