Partecipanti: Mauro(Baronetto), Vittorio (Archimede)

Sono le 8.30 del mattino quando cominciamo a caricare le attrezzature in macchina pronti a partire per Lavarone.
E’ un bel viaggetto ,ma le chiacchiere tra me e Mauro fanno volare il tempo e ci ritroviamo in men che non si dica in fondo alle vallate tra le montagne innevate del Trentino ,tra l’altopiano di Asiago e la Val Sugana.
Le strade asciutte e il sole raggiante ci fanno presagire un ottimo fine settimana con temperature piacevoli tra 8 e 13 gradi infatti appena giunti sul lago vediamo i “primi” 110 sub che si stanno immergendo entusiasti del tempo così favorevole.

Resta il tempo di pranzare poi inizia lo stage con i relatori ANIS e la presentazione dei partner della manifestazione per illustrare la tecnica e le procedure di immersione.

La sera il ritrovo è sulle piste dove si scivola sulla neve a bordo di piccoli gommoni lungo un pendio appositamente creato poi birreria e pub completano il tutto prima di andare a dormire.
L’indomani una buona colazione e partiamo, il sole splende e oggi,per chi come noi si immerge con la muta stagna ,le tende riscaldate e allestite dalla protezione civile sono superflue (anzi direi addirittura fastidiose) ma ,per non farci mancare nulla ,alla comodità non si rinuncia ,neanche a quel vin brulè che ci è abbondantemente offerto dall’organizzazione a protezione dalle temperature “estreme”. Nel lago sono stati praticati 4 ingressi e su ciascuno operano 2 assistenti di superficie che tra l’altro ci assicurano ai cavi di sicurezza e posizionano l’idrofono che trasmetterà loro i rumori dal fondo assicurandoli anche sulla corretta respirazione dei sub . Intanto prepariamo le attrezzature controlliamo il tutto e aspettiamo la chiamata per poter scendere.


E’ il momento, ci incamminiamo verso la seconda apertura, i preparativi di rito ed entriamo in acqua : la visibilità è quasi inesistente e la temperatura di 1-2 gradi non infastidisce, la sola preoccupazione potrebbe essere un crampo alla glottide dovuto ad un allagamento della maschera a questa temperatura ma i nostri assistenti ci hanno aiutato molto bene nel sistemarla sotto al bordo del cappuccio per evitare ogni infiltrazione.
Procediamo cauti sotto la crosta gelata osservando come il ghiaccio sia così trasparente nella parte immersa e talvolta “eroso” dall’acqua stessa dove forma delle piccole tasche e saccature che imprigionano le nostre bolle. La diffusione e la rifrazione della luce ci fanno sparire quasi subito il buco sopra di noi ,solo a stretto contatto con il nostro “cielo” riusciamo a ad avere un po’ di vista d’insieme ma fotografare qui è veramente un casino ,come dire … , ritenta un’atra volta, sarai più fortunato!
Così seguiamo il nostro filo d’Arianna e torniamo alla superficie dove i nostri “angeli” ci salpano di forza fuori dall’acqua ,staccano le bombole gli imbraghi, insomma ,trattamento all-inclusive e via verso le tende riscaldate ,cioccolato e vin brulè, ma cosa vuoi di più dalla vita.


Beh, in effetti ci sarebbe la possibilità di fare un volo in elicottero ma il tempo è sempre agli sgoccioli ,dobbiamo partire e c’è troppa gente in fila che aspetta ,non riusciamo neppure a vedere gli”elidiver” ,i soccorritori di tante manifestazioni nautiche che dall’elicottero si tuffano centrando le aperture nel ghiaccio . Pazienza … ,dai dai dai che andiamo a cercare un ristorante serio!!!
A, dimenticavo : come Subnormali-team abbiamo anche ricevuto il premio di partecipazione al XXIII stage formativo di immersione sotto ai ghiacci ; poche chiacchiere, CHI CE L’HA CE L’HA.