domenica, ottobre 01, 2006

L’aria e i suoi componenti

Spesso mi viene chiesto da amici o parenti:
“cosa respiri per andare sott’acqua? .....ossigeno?!”
“Certo che no!!...respiro aria pura di montagna!!” ...rispondo io!!
Sempre che il compressore per la ricarica abbia i filtri puliti e la bombola non sia sporca al suo interno!!

Ma tutti noi, cosa respiriamo esattamente
nella nostra atmosfera terrestre?
La tabella sotto riporta la percentuale in volume
dei componenti dell'aria secca a livello del mare.


L'ossigeno è l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi, che ha come simbolo O e come numero atomico l'8. L'elemento è comune e si trova non solo sulla Terra ma in tutto l'universo. L'ossigeno libero, come lo si trova sulla Terra, è termodinamicamente instabile, ma esiste grazie all'azione della fotosintesi delle piante.

L'azoto è l'elemento chimico di numero atomico 7. Il suo simbolo è N. L'azoto è costituente fondamentale delle molecole organiche più importanti dal punto di vista biochimico (DNA, proteine, vitamine), oltre che di composti inorganici estremamente diffusi e importanti come l'ammoniaca e l'acido nitrico. L'azoto molecolare (N2, composto di due atomi di azoto) è un gas incolore, inodore, insapore e inerte che costituisce il 78% dell'atmosfera terrestre.

L'elio è un gas nobile che ha come simbolo He e come numero atomico 2.
Scoperto nel 1868, è incolore e inodore, si presenta come gas monoatomico ed è chimicamente inerte. È il secondo elemento più diffuso nell'universo, dopo l'idrogeno. Essendo meno solubile nel sangue dell'azoto e quindi meno soggetto a creare bolle nelle anse delle vene, viene usato per la preparazione di miscele per immersioni tecniche profonde, riducendo così i tempi per la decompressione, inoltre si eliminano i rischi di narcosi da azoto. Un effetto indesiderato dell'elio è la modifica del tono della voce dei sommozzatori, il cosiddetto "effetto paperino" che rende difficilmente comprensibili le comunicazioni (naturalmente con l'uso dei granfacciali e comunicatori, o nelle campane subacquee). Ciò è dovuto alla leggerezza del gas, che fa vibrare le corde vocali in maniera diversa. L’Elio è abbastanza costoso (circa €30,00 per 1.000 Lt.) viene venduto in bombole da 40/50 Lt. a 200 bar ed è presente sul mercato in due tipi, uno con grado di purezza 4.8 consigliabile per immersioni fino a 100 mt. (cioè usabile per una PpHe max di 11 bar), l’altro ancora più filtrato, e più costoso (circa il doppio), con grado di purezza 5.2 consigliabile per immersioni oltre i 100 mt. (PpHe>11 bar).

Perché nella subacquea è stato introdotto l’uso di miscele diverse dall’aria compressa?
L'attività lavorativa sottomarina a grandi profondità nasce e si sviluppa come diretta conseguenza delle crescenti esigenze dell'industria petrolifera. Le campagne di ricerca di idrocarburi degli anni Sessanta dimostrarono infatti la presenza di grandi giacimenti in corrispondenza di alcune zone di mare con profondità superiori ai limiti dettati dalle tecniche di immersione dell'epoca. E, come spesso accade, furono le esigenze industriali a dare impulso allo sviluppo di questo particolare settore.

L'industria internazionale di estrazione degli idrocarburi era già ben sviluppata, e con assetti simili a quelli odierni. La tecnica di immersione a grandi profondità fu di conseguenza sviluppata in parallelo dai Paesi leader nell'estrazione degli idrocarburi che avevano ottenuto concessioni a profondità di mare comprese tra i 60 e i 300 metri. Fra questi i più attivi furono, indubbiamente, la Francia, il Regno Unito, gli Stati Uniti e l'Italia.


Esperienze nel campo dell'immersione profonda, con gas di respirazione diversi dall'aria, erano già state condotte dalle Marine Militari di ciascuno di questi Paesi e la naturale fonte dalla quale attingere per uno sviluppo commerciale delle tecniche di "alto fondale" fu proprio la struttura di operatori delle Marine Militari. I nostri primi altofondalisti furono quasi tutti ex sommozzatori o palombari della Marina Militare Italiana.

Oggi è sempre più diffuso usare miscele nelle immersioni così da ridurre, se non addirittura eliminare l’effetto narcosi da azoto e rimanere più lucidi e attenti non solo per ammirare quello che offrono i fondali, ma anche per avere maggior sicurezza anche a -40mt. e contemporaneamente aumentare i tempi di fondo, senza dover eccedere con tempi di decompressione decisamente troppo lunghi, oltre che non rischiare la tossicità dell’ossigeno a elevate profondità.
Naturalmente è necessario sostenere un esame, dopo un corso specifico, per apprendere tutte quelle importanti nozioni e regole che sono richieste per un corretto uso della miscela che adopereremo ed ottenere così un brevetto di specialità.

Comunque è bene ricordare che al tek-diver non dovranno assolutamente mancare:
UMILTA’ NEL RICONOSCERE I PROPRI LIMITI
ORDINE MENTALE PRATICO
ATTREZZATURA ADEGUATA
STRETTA OSSERVANZA DI REGOLE E TEMPI (rispettare la pianificazione)
ADDESTRAMENTO SERIO (allenamento)
CONTROLLO VIGILE DI SE STESSI (rendersi sempre conto della situazione in cui si è)
CONTROLLO DELL’AMBIENTE (riconoscere eventuali pericoli)
DOMINIO DEI PROPRI NERVI E DEI PROPRI IMPULSI (autocontrollo)

Cos’è il Trimix?
A differenza del NITROX (che non è altro che aria compressa arricchita di ossigeno, in percentuali maggiori del 20,95% ma utilizzabile solo fino a determinate profondità), il TRIMIX è una miscela ternaria, cioè composta di tre gas diversi, che miscelati in maniera specifica per l’utilizzo richiesto, danno una maggiore scala alle diverse profondità.
Vediamo come
Le miscele TRIMIX sono di tre tipi:
1. IPOSSICA - con ossigeno inferiore al 19% (per immersioni tecniche molto profonde)
2. NORMOSSICA - ossigeno al 20% (per immersioni ricreative o tecniche da 0 a -70mt.)
3. IPEROSSICA - ossigeno superiore al 21% (decompressiva o basse profondità)

Quella maggiormente usata e più diffusa
nell’attività subacquea
è il TRIMIX 20/40/40
____ 20% di ossigeno
____ 40% di azoto
____ 40% di elio

Beh…..che dire…..mi sono dedicato a fare questa ricerca, poiché sono sempre molto incuriosito di nuove nozioni in materia, ma anche per darmi risposte a tante domande che mi pongo a volte dopo aver effettuato un’immersione, oppure leggendo riviste dedicate che parlano di relitti a profondità elevate (come l’Haven per esempio) e quindi ho pensato di postare sul blog questo articolo, naturalmente solo a titolo informativo.

Penso che in un breve futuro penserò seriamente di iscrivermi ad un corso di TRIMIX….e voi??!!

5 commenti:

Mauro (Baronetto) ha detto...

Volevo aggiungere, che è contestabile la descrizione del Trimix che hai fatto riguardo il contenimento dei tempi di decompressione. Questi sono sempre maggiori di una normale immersione ad aria. Solo caso di Trimix Iperossici, adatti alle basse profondità (-40m) si riesce quasi a compensare lo svantaggio del più lento smaltimento dell'elio in decompressione(tipo Trimix Ricreativo), mentre nei casi normossici ed ipossici è proprio in decompressione che si paga pesantemnte l'elio. Proprio per questo è quasi sempre necessaria una miscela decompressiva nitrox nelle fasi decompressive.

Ale (ì Luce) ha detto...

Grazie Mauro della correzione, ...ovviamente tu ne sai decisamente di più in materia, avendo superato l'esame.
io invece mi sono limitato a cercare di comprendere alcune nozioni basilari, leggendo quà e là articoli dedicati e facendo poi un resoconto ...devo essermi confuso un pò!!

Mauro (Baronetto) ha detto...

L'articolo è senza dubbio interessante, sono moltissimi quelli che confondono aria con ossigeno.

Anonimo ha detto...

luce diventerai il mio istruttore alla fine.vuol dire che il prossimo anno l'immersione sul nasim me la programmi te..buon lavoro.da albe

Ale (ì Luce) ha detto...

Purtroppo, come ho scritto anche su un'altro mio articolo, mi dispiace aver scoperto questo mondo troppo tardi e logicamente non ho ambizioni di far "carriera"!!

Comunque mi sono appassionato talmente tanto, che ho sempre fame di nuove nozioni!!!

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