venerdì, novembre 24, 2006

proviamo a discuterne serenamente

Ho notato che è un po’ di tempo che sul BLOG non si discute abbastanza, ovvero non commentiamo più molto nei vari post inseriti, forse perché abbiamo di meglio da fare o forse perché gli argomenti non lo consentono e non danno stimoli a farlo e attirare l’attenzione necessaria di voler dire la propria opinione, quindi dopo aver letto un’articolo sul numero di novembre de "IL SUBACQUEO" ho pensato di provare a sintetizzare l’argomento che a mio parere è estremamente interessante ma nello stesso tempo ha suscitato in me alcune perplessità.
Partirò infatti dalla frase finale che recita: REVERSE PROFILE …SI o NO?! Oggi è fondata ancora solo la risposta: BOH!!

L’articolo parla dell’applicazione di questa tecnica di immersione nell’attività professionale e militare, mentre bandita fin da gli anni settanta dalle didattiche, che da allora insegnano nei corsi, di effettuare sempre l’immersione ripetitiva meno profonda rispetto alla prima.
Nel 1988 Jon Hardy presentò ad un seminario dell’American Academy of Underwater Sciences una relazione sull’apparente innocuità del “Reverse Profile” successivamente ribadito anche da John Brumm e Val Hodges sulle pagine della rivista “Rodale’S Scuba Diving” nel 1994, poi quattro anni dopo, la stessa rivista pubblicò altri test che convalidavano l’idea, fino a portare grande scalpore tra gli scienziati che si riunirono, in uno specifico seminario, per fare finalmente chiarezza (detto seminario fu anche sponsorizzato dal DAN).
Vennero prese in considerazione le varie case costruttrici di computer subacquei con i diversi algoritmi utilizzati, sia quelli
“Haldaniani” e loro derivati, sia molti modelli a “BOLLE”.
Il risultato finale fu che teoricamente non ci sono sufficienti dati che indicano un maggior rischio di PDD effettuando ripetitive più profonde della prima immersione, naturalmente rispettando le indicazioni decompressive decisamente più gravose.
Inoltre non sono emerse neanche controindicazioni, nello svolgere l’immersione ripetitiva più profonda della precedente, rimanendo entro i 40mt. e rispettando la curva di sicurezza, purche la differenza di livello non superi i 12mt.
Naturalmente le didattiche ricreative, continuano a vietare il REVERSE PROFILE, anzi non ne parlano proprio, e insegnano il FORWARD PROFILE per il semplice motivo che, se proviamo a programmare da “TABELLA” una 1° immersione a 30mt. fino al limite della curva e dopo un’intervallo di superficie di 1 ora e ½ la 2° a 18mt. è tutto ok!! ...Ma proviamo ad effettuare il contrario, …sicuramente saremo fortemente penalizzati da una lunga tappa di decompressione obbligatoria!!

Guardando i grafici qui sotto, le perplessità di tutto questo saranno ancora maggiori, ...infatti esistono diversi REVERSE PROFILE ovvero nella MULTILIVELLO e nelle ripetitive del tipo VERA, FALSA o NASCOSTA.
Paradossalmente potremmo fare un "Reverse Profile" senza accorgercene, poiché la profondità media, potrebbe essere maggiore nell’immersione ripetitiva.(vedi grafico "nascosta") oppure fare un "Forward Profile" pur effettuando la seconda più profonda!! (vedi "falsa")



Che dire a questo punto spero di aver smosso un bel vespaio, sufficiente per approntare una vera e propria discussione serena sul nostro blog, trasformando questo post in una sorta di forum …proviamo!! Se non sarà così, mi sarò sbagliato, oppure questo che ho scritto potrebbe essere un argomento futile e banale e interessare a pochi!!

12 commenti:

Ale (ì Luce) ha detto...

Caro Gavriol ...invece che seguire il tuo consiglio di rallentare con argomenti complessi, ho alimentato ancora di più la fiamma ...potrai perdonarmi?!
;-)

Ale (ì Luce) ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Vittorio (Archimede) ha detto...

Io non sono critico e attento alle problematiche della subacquea come(da perfetto istruttore che è) il gavriol, ma ti posso dire che non mi interessa quasi nulla dei profili diritti o rovesciati che siano.Amo fare sub perchè mi piace immergermi quando ho tempo,mi rilassa e rifiuto a priori la subacquea estrema perchè la vedo troppo impegnativa e poco divertente.Bada bene,ho scritto "estrema" e non "tecnica" perchè di quest'ultima ne apprezzo la teoria , a patto che si rimanga con i piedi ben piantati a terra sui punti cardine delle didattiche.Nel mondo militare o professionale lascio ad altri il compito di studiare, analizzare e discutere, rischiando, per dovere o per moneta ,sulla propria pelle ,ma personalmente amo la certezza.

Ale (ì Luce) ha detto...

Non c'è ombra di dubbio sul fatto di agire, certi delle certezze, ma l'articolo esprime notevoli dubbi proprio su dette certezze!! ...di fatto, gli studi e le continue ricerche da parte de gli organi competenti, servono proprio a migliorare continuamente la sicurezza in immersione!!

Anonimo ha detto...

argomento interesante e controverso,come un pò tutto nella vita.oggi dicono che il caffe fa male ,domani invece fa bene.lasciando stare la retorica. penso che nella subacquea ricreativa,in quanto tale si stà cercato al massimo di ridurre i rischi per adattarla a tutti i subacquei,dai piu allenati ai piu pigri e cicciotti.io spiego le teorie odierne sui profili di immersioni diversa dicendo che quando usciamo da un'immersione sappiamo che abbiamo bolle silenti in circolo sanguineo,ci sono ma non fanno male o creano patologie, le stesse verranno computate in tempo,il famoso tempo residuo d'azoto da aggiungere al tempo reale dell'immersione ripetitiva,risultato,a pari profondità(prima imm.e seconda )il mio tempo reale di permanenza in immersione sarà inevitabilmente più ristretto,il tutto nell'ottica dell'immersione in curva di sicurezza.si può oltrepassare la profondità precedente ma con risultato un ancor minimo tempo di immersione disponibile,allora perche andare a 40 e poterci stare solo 1min se ci sono cose belle da vedere.( noi andiamo fondi no per gusto di farlo ma perchè ci sono cose da vedere) .Conclusione è che ancora non ci sono studi accertati verificati e sicuri che ci possano fare scendere con profili diversi da quelli che conosciamo oggi e soprattuto se si parla di ricreativa un pò piu di certezze non fanno male.
un'ultima cosa da non trascurare è il fattore soggettivo il quale rappresenta l'elemento imponderabile che smonta e rende incerta tutta una teoria.ovvero,dopo una giornata in barca ci siamo alzati presto abbiamo fatto un'immersione,abbiamo magiato,siamo infreddoliti dall'esposizione termica dell'acqua che per quanto calda sia ci fa disperdere calore,insomma saremo di sicuro stanchi e affaticanti nonche stressati sia nel fisico che nella mente,(affanno e aritmie respiratorie)condizione non ideali ad effettuare un'immersione profonda o diremo impegnativa,sia essa prima che ripetitiva e non solo per l'assorbimento e rilascio d'azoto.forse tecnicamente o matematicamente parlando un diverso profilo di immersione è possibile e sicuro,ma il nostro fisico non è una calcolatrice,ma deve tenere conto di questi fattori e siamo noi a doverci conosciere e gestirci nei limiti;(anche profondità )no un computer ne una tabella o teoria che comunque sono preziosi e indispensabili come tutta la tecnologia che ci circonda oggi giorno e che usiamo e abusiamo.usiamola ma con cervello e mettiamo del nostro per coscienza.anche perche il mio aladin o haldin non può sapere ne tanto meno valutare aspetti del mio corpo e della mia mente.e accidenti alla retorica ci sono ricascato....

Mauro (Baronetto) ha detto...

L'argomento non è affatto banale, ma concordo con Vittorio che sia poi in termini pratici poco importante.

A prescindere da ogni logica, anche il solo buon senso porta a decidere di fare l'immersione più impegnativa, prima di quella meno impegnativa, anche per il semplice fatto di essere più riposati e reattivi.

Mauro (Baronetto) ha detto...

Aggiungo però che la definizione di immersione impegnativa non è certamente solo dipendente dalla profondità,... anzi...

gavriol ha detto...

Il mio consiglio era di dare tutte le informazioni per tutti i fruitori del blog,non ho mai detto di non trattare argomenti,che possono essere anche tecnici ma se trattati semplicemente possono essere metabolizzati da tutti.Detto questo,torniamo al dilemma amletico!!!Avete mai pensato a cosa fate quando andate a fare una vacanza sub?????Fate esattamente una serie di profili inversi eppure la maggior parte di noi neppure si accorge di farli!!!!!Altra cosa è la subaquea commerciale che per ragioni operative ed economiche non si pone il probblema non perchè non esista ma perchè penalizzerebbe il lavoro.Resto comunque dell'idea che per la subacquea ricreativa sia valida la regola dell'immersione a profondità decrescenti,visto anche che gli studi su cavia hanno confermato la validità del forward profile (0 cavie morte 0 embolizzate),rispetto al reverse profile(4 cavie morte 3 embolizzate).La scienza della decompressione non è certa,ma a OCCHIO preferisco fare come ho sempre fatto!!!!

Ale (ì Luce) ha detto...

è vero Gavriol, mi ero totalmente dimenticato di menzionare la parte importante dell'articolo, dove si descrive i test eseguiti su cavie, ...e questo rafforza ancora maggiormente l'ipotesi più giusta, sostenuta fino ad ora e applicata da tutte le didattiche che è meglio effettuare un "forward profile" ...ipotesi però!! ...del doman non v'è certezza!!

gavriol ha detto...

Come diceva un grande non solo della subacquea "per non sepere ne leggere ne scrivere è meglio avere paura che toccarla"

Ale (ì Luce) ha detto...

sei un GRANDE Gavriol ...vedi che ci si capisce al volo!! e comunque sono soddisfatto di aver attirato un pò di attenzione con questo post, sicuramente molta di più che con il mio racconto a puntate!! ...sarà meglio che a lavoro scriva meno e guidi di più!!
;-)

gavriol ha detto...

Ho visto che comunque hai dei lettori affezionati come agata!!!!

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