sabato, maggio 05, 2007

Una mia riflessione

Da profano della subacquea quale sono, continuo a stupirmi ogni giorno di più …perché?!
Cercherò di spiegare:
premetto che sono un tipo che non si accontenta di conoscere le nozioni basilari e quando una cosa mi appassiona molto, comincio a sviscerarla il più possibile, (convegni, corsi di aggiornamento, fiere dedicate del settore, libri di subacquea, internet, ecc…) questo mi permette di avere delle risposte a molte domande che a volte mi pongo, ma altre volte si crea in me molta confusione!!!
;-)

Ho sentito parlare di "sistema decompressivo mnemonico” anche utilizzando l’aria e non solo miscele per immersioni tecniche, quindi ho cominciato a cercare in rete qualche dettaglio e devo dire che alla fine non ho capito molto in merito, almeno per quanto riguarda il sistema decompressivo che ritengo complesso e necessariamente da studiare accuratamente durante un corso specifico, ma almeno ho capito l’importanza e il perché dei vari studi che vengono effettuati per gli extra deep stop profondi a beneficio di una migliore e più completa oltre che sicura desaturazione dei tessuti.

Adesso capisco perché un’immersione da riva (Calafuria per esempio) è molto più sicura rispetto ad un’immersione dalla barca ed anche perché la spossatezza e il cerchio alla testa post immersione è meno frequente anche a parità di profondità massima raggiunta.


Infatti, parlando di immersione in curva di sicurezza (spesso molto vicini al limite) da riva, solitamente dopo aver raggiunto il fondo si effettua una immersione, tutta o quasi in risalita per ritornare a terra effettuando una continua e lenta desaturazione con delle vere e proprie brevi soste deco, mentre dalla barca scendendo sulla secca o sul relitto, si effettua un’immersione più vicina alla quadra e ci si attiene solamente alla corretta velocità di risalita e la sola sosta di sicurezza a -5mt. …o al massimo, se usciamo dalla curva, sconteremo i 5/10 minuti di deco dettati dal nostro fedele compagno computer, che tiene conto del suo algoritmo impostato, sicuramente altrettanto sicuro, ma diverso da quello che invece descrive il Sig. Richard L. Pyle nel suo racconto, che allego al post in versione PDF scaricabile dove descrive quando, come e perché ha scoperto che risalendo da 70 mt. effettuando soste profonde di pochi minuti terminava le sue immersioni molto meno affaticato!!!

È un testo lungo, ma vi giuro molto interessante e anche simpatico, quindi vi consiglio vivamente di leggerlo attentamente!!!


Ho inserito anche un altro file del Sig. Corrado Bonuccelli che descrive in modo dettagliato gli studi e l'applicazione del sistema mnemonico per decompressioni,
…spero che le varie didattiche tecniche non si incaz…..!!!


Un abbraccio e naturalmente mille bolle a tutti i Lettori da ì Luce


file PDF Richard L. Pyle l'importanza delle soste profonde

file PDF Corrado Bonuccelli decompressione


PS: alcune volte la connessione al server per il download dei files è interrotta, in quel caso riprovare in seguito!!

2 commenti:

Ale (ì Luce) ha detto...

su alcuni forum di subacquea si leggono molte contradizioni a tal proposito:
fermarsi alla metà della max prof, deep stop calcolati su ATA anzichè su metri, sistema haldane, algoritmi vari, calcoli decompressivi, rilascio di gas, ecc... direi: un vero mare di punti di vista!!!

Anonimo ha detto...

Mhhh ... esistono diverse opinioni in merito alle due differenti immersioni di cui parli ...
Devo dirti che anch'io mi sono appassionato tanto alla cosa ... andoci parecchio a fondo, visto che oltretutto sono un patito di immersioni Tecniche.
Andando ad esaminare le curve di saturazione dei tessuti delle due tipologie di immersioni, analizzate con un programma gestionale tipo Abiss, la realtà che si presenta è piuttosto balorda.
In un'immersione quadra, anche piuttosto profonda, con corretta velocità di risalita, deep-stop, sosta di sicurezza od eventuali soste deco, il carico di azoto residuo è inferiore ad un'altra effettuata al limite della curva di sicurezza, con risalita molto lenta verso la riva.
Ho provato la simulazione delle due diverse volte con miei allievi in corsi tecnici. Il problema fondamentale è che, nel secondo caso, il carico di azoto si sposta più sui tessuti medi che non sui tessuti veloci. La cosa si vede perfettamente dalle curve dei carichi di azoto che programmi gestionali per immersioni ti fanno costantemente tenere sotto controllo.

Ciao Ale
Miky

L'ISOLA-CALAFURIA.....SUBNORMALE PER SEMPRE!!!

Visto che nessuno più pubblica sul blog dei subnormali appena ho qualche media lo faccio io- Immersione da terra a Calafuria.... Dopo una ...