giovedì, settembre 21, 2006

Ogni immersione è una nuova immersione

Non ci sono mai immersioni uguali una all’altra e non solo sotto il profilo ambientale e morfologico, …ogni immersione va archiviata e ricordata per quello che ha offerto.

Ricordo quando, dopo aver ottenuto il brevetto di 1°livello, dopo le immersioni in acque delimitate, effettuavo in compagnia dell’istruttore alcune immersioni in mare aperto, che registravo sul log-book specificando “immersione di esperienza”.
Oggi dopo un certo numero di immersioni registrate, scrivo solamente i dati salienti e le note sul profilo dell’immersione, ma sinceramente mi rendo conto che ogni immersione che metto in archivio potrebbe essere registrata come “immersione di esperienza”.
Ho usato il condizionale “potrebbe” ma addirittura potevo usare il verbo “può essere” dal momento che in effetti, il bagaglio di esperienza dell’attività subacquea, è in continua crescita, immersione dopo immersione, si accumulano ore di permanenza sott’acqua e spesso con diversi fattori, sia sul piano ricreativo ma maggiormente su quello educativo.

Infatti è capitato sicuramente a ogni subacqueo di dover prestare assistenza, anche se minima, magari per un semplice malfunzionamento del GAV o una piccola perdita d’aria alla rubinetteria, oppure rassicurare il compagno in un momentaneo stato d’ansia, o dovendo porgere l’altro erogatore in fase di rientro al compagno che si accorge tardi di essere rimasto con soli 20/30bar. Io stesso ho avuto a volte piccoli problemi che ho cercato di risolvere con l’aiuto di altri sub, per esempio effettuare un’immersione gonfiando il GAV a bocca, poiché il mio compagno, prontamente mi staccò la frusta al comando dell’equilibratore che andava in continua.
Mi sono capitate anche cose, diciamo più gravi, tipo perdere la guida a causa della scarsa visibilità e rimanere solo con il compagno, quindi decidere, con la regola del: “fermati pensa e agisci” la procedura più corretta da usare in quel momento.
Insomma anche la più brutta immersione credo di averla archiviata come “immersione positiva” e non negativa:

…..”Oggi il tempo è bruttino, l’acqua era torba e fredda, non c’era una buona luminosità e non ho visto niente di nuovo e affascinante …però ho aiutato il mio compagno, spesso in affanno e che si è trovato in difficoltà per l’eccessivo consumo d’aria dettato da tutti questi fattori negativi, …..una volta tornati a terra mi ha ringraziato di essere stato ogni istante con lui!!”

La subacquea si potrebbe definire a 360° cioè ricca di sfaccettature e naturalmente, se si è effettuato un buon corso sub, con persone altamente qualificate, che hanno saputo insegnare non solamente come si svuota una maschera, ma anche come riuscire ad acquisire una certa disciplina e autocontrollo, oltre a prestare sempre molta attenzione a tutto quello che l’attività subacquea richiede, per evitare di correre il rischio di rimanere scioccati e decidere di punto in bianco di smettere di andare sott’acqua, …sempre che non ci si sia fatti addirittura del male seriamente!!

2 commenti:

Mauro (Baronetto) ha detto...

Verissimo, ogni immersione ci lascia qualcosa e paradossalmente quelle più belle e tranquille sono quelle che ci formano meno.
Lo sanno bene quelli che si brevettano nel mar rosso e poi vengono da noi convinti già di essere dei subacquei.
:)

Ale (ì Luce) ha detto...

Avete capito benissimo il concetto che ho voluto esprimere e sono contento di essere stato dunque chiaro.
In pratica, analogamente ad altre cose la subacquea va vissuta in tutte le sue forme e non si finisce mai d'imparare.

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